Presentati in anteprima i dati preliminari del Dry Eye Diagnosis Training Program sviluppato dal gruppo IOSA* (Italian Ocular Surface Associates) con il contributo non condizionante di Alcon
Un nuovo iter diagnostico messo a punto dal gruppo IOSA (Italian Ocular Surface Associates) promosso da DOT Tech srl con il contributo non condizionante di Alcon, nel riconoscimento precoce della sindrome dell’occhio secco (Dry Eye Disease, DED) punta a migliorare il percorso dei pazienti sottoposti a intervento di cataratta. I dati della letteratura riportano che circa il 65%1 dei pazienti che si devono sottoporre all’intervento di cataratta presenta segni clinici latenti di secchezza oculare che emergono con una sintomatologia conclamata solo dopo la chirurgia. Sottovalutare la diagnosi porta a un discomfort post-operatorio accentuato. I pazienti a causa della sindrome dell’occhio secco riferiscono insoddisfazione rispetto all’intervento effettuato2.
Una corretta diagnosi e trattamento della sindrome dell’occhio secco sono fondamentali sia per ridurre il disagio dopo la chirurgia della cataratta, sia per ridurre un possibile errore nel calcolo della Lente Intraoculare (IOL). Partendo da queste premesse, il gruppo IOSA ha ideato il Dry Eye Diagnosis Training Program, un nuovo iter diagnostico, che ha visto il coinvolgimento di 12 centri di oftalmologia sul territorio nazionale**, i cui risultati preliminari sono stati presentati in anteprima recentemente.
L’iter diagnostico messo a punto ha previsto il ricorso a 8 test nella modalità 4+4: 4 test da somministrare attraverso l’utilizzo di uno strumento diagnostico automatizzato (abortive blinking, eye redness, meibography, tear meniscus) e 4 test tradizionali (BUT, eyelid margin alterations, corneal sensitivity, lissamine green staining). Agli 8 test iniziali, 6 dei 12 centri coinvolti hanno integrato l’iter con ulteriori due esami: il SANDE (Symptom Assessment in Dry Eye) e lo staining corneale.
"Il progetto ha permesso di raccogliere dati aggregati di oltre 1.000 pazienti sottoposti ad intervento di cataratta senile; il più ampio lavoro ad oggi in termini numerici sul tema della sindrome dell’occhio secco- Afferma il prof. Antonio Di Zazzo, Professore Associato di Malattie dell'Apparato Visivo, Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma – Il 56.6% del campione è rappresentato da donne, di cui il 93.3% in menopausa, e il 43.3% da uomini, mentre l’85.4% dei pazienti è over 60 anni."Il 75% dei pazienti prima di un intervento di cataratta non ha sintomi della sindrome dell’occhio secco, ma nella fase preoperatoria il 25% mostra un coinvolgimento corneale e oltre il 50% mostra alterazioni della qualità del film lacrimale, della dinamica palpebrale e dello stato delle ghiandole di meibomio (età e sesso dipendente) 3.
"Questo risultato pone delle riflessioni importanti, perché non rilevare in fase preoperatoria la presenza dell’occhio secco, significa maggiore discomfort nel follow up postoperatorio per il paziente e un potenziale aggravamento del processo infiammatorio che un intervento chirurgico comporta, a causa di un’infiammazione pregressa, non opportunamente trattata - Continua il prof. Di Zazzo – Diagnosticare la presenza della sindrome dell’occhio secco nel setting pre-cataratta come parte del processo di preparazione all’intervento, così come agli interventi di chirurgia refrattiva, segna una linea di demarcazione per un’operazione con esiti di maggiore successo sia dal punto di vista clinico, sia da un punto di vista di qualità di vita dei pazienti."
Un percorso diagnostico efficiente dovrebbe integrare informazioni sia dai test convenzionali che da quelli automatizzati, ma già solo con il BUT, il blinking, il lissamine green, il corneal staining fluorescein e il questionario SANDE, l’oculista è in grado di rilevare la presenza della sindrome dell’occhio secco.
"La prima raccomandazione importante che si può trarre da queste evidenze è che lo specialista sviluppi un automatismo nell’individuare questa patologia e possa di conseguenza agire in termini preventivi con una terapia adeguata. - Conclude il prof. Di Zazzo."
Si deve infine sottolineare l'importanza dell'età avanzata e della menopausa come fattori che non solo predispongono all'intervento di cataratta, ma giocano anche un ruolo significativo nell'insorgenza della sindrome dell’occhio secco. Quest'ultima, benché possa manifestarsi in maniera asintomatica nei pazienti, presenta un'elevata probabilità di essere diagnosticata, sottolineando così l'urgenza di una maggiore consapevolezza e monitoraggio di queste condizioni interconnesse.
*Panel di esperti del gruppo IOSA:
** Centri coinvolti nello studio:
Riferimenti bibliografici
Bellone: "Le lenti intraoculari ICL sono efficaci nella correzione di una vasta gamma di difetti visivi, senza la necessità di rimuovere il cristallino"
Al Monaldi nasce l’ambulatorio per la cura delle retinopatie diabetiche. La drammatica testimonianza di Elio Tronco, uno dei 460mila pazienti campani a rischio cecità a causa della retinopatia diabetica
La prevenzione visiva, non solo come mezzo di risparmio economico, ma come beneficio per tutte le fasce d'età, sin dai primi giorni di vita, diventa un pilastro essenziale
Simonelli: "I molteplici progressi hanno consentito la realizzazione di innovativi approcci per la gestione della malattia della retina"
Bellone: "Le lenti intraoculari ICL sono efficaci nella correzione di una vasta gamma di difetti visivi, senza la necessità di rimuovere il cristallino"
Al Monaldi nasce l’ambulatorio per la cura delle retinopatie diabetiche. La drammatica testimonianza di Elio Tronco, uno dei 460mila pazienti campani a rischio cecità a causa della retinopatia diabetica
La prevenzione visiva, non solo come mezzo di risparmio economico, ma come beneficio per tutte le fasce d'età, sin dai primi giorni di vita, diventa un pilastro essenziale
Simonelli: "I molteplici progressi hanno consentito la realizzazione di innovativi approcci per la gestione della malattia della retina"
Previsto anche il pagamento dei ticket, la scelta del medico e il consulto dei referti
Ci sarà un CdC hub ogni 40.000-50.000 abitanti. L’orario di attività articolato nell’arco delle 24 ore giornaliere permette alla CdC hub di svolgere funzioni di primo livello
L’accordo è stato sottoscritto dal presidente FOFI, Andrea Mandelli, e dal Gen. C.A. Vito Ferrara, e ha tra le finalità principali l’aggiornamento delle competenze professionali del personale farmacista delle Forze Armate e Arma dei Carabinieri
La Federazione nazionale degli Ordini TSRM e PSTRP esprime il proprio apprezzamento per l'attenzione riservata dal Ministero dell’università e della ricerca nei confronti delle professioni sanitarie ad essa afferenti
Commenti